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Regole grafiche

Uno stile grafico coerente è indice di professionalità e permette all’utente di non venire distratto da quelle che per lui possono essere stranezze visive, ma di concentrarsi sul contenuto del messaggio.

Maiuscole

In Odoo tutte le parole che compongono un titolo hanno la lettera iniziale maiuscola. È una convenzione che deriva dalla lingua inglese (in particolare americana).

Nella lingua italiana ciò è considerato un errore, solo la prima parola deve avere l’iniziale maiuscola.

Uso della spaziatura

In un testo italiano vanno usati solo spazi singoli tra una parola e l’altra, anche dopo il punto al termine di un periodo, a differenza dell’uso inglese che consente anche di mettere due spazi. L’apostrofo non prevede che siano posti spazi né a precederlo né a seguirlo, a meno che si tratti di un troncamento, quale va”, po”, ecc.

Segni di interpunzione

Tutti i segni di interpunzione (virgola, punto, punto e virgola, punto esclamativo, ecc.) seguono direttamente la parola che li precede, senza spazi, e vanno separati dalla parola successiva con uno spazio. Non fanno eccezione i punti alla fine di un periodo.

es. L’italiano, il francese e lo spagnolo sono lingue neo-latine.

La congiunzione e

La congiunzione e non va preceduta dalla virgola, a meno che questa sia una virgola che chiude un inciso.

Parentesi

Le parentesi di apertura hanno uno spazio che le precede mentre la parola successiva è attaccata ad esse. Il contrario è normalmente vero per le parentesi di chiusura, mentre non va messo alcuno spazio tra queste ed eventuali segni di punteggiatura.

es. Esempio (dell’uso) di parentesi.

In particolare, la punteggiatura del testo circostante non va inserita all’interno delle parentesi ma va posta dopo la parentesi di chiusura.

es. Altro esempio (dell’uso di parentesi).

Accenti

È da considerarsi errore l’uso di una vocale seguita da un apostrofo o da un apice inverso ` per simboleggiare una vocale accentata. Se la codifica lo consente, vanno sempre impiegati i simboli appositi, sia per le minuscole che per le maiuscole.

Nell’ambiente X11 usato sui sistemi UNIX, le maiuscole accentate sono ottenibili usando il tasto BlocMaiusc insieme agli stessi tasti usati per le minuscole.

Le vocali a, i e u possiedono solo una possibile pronuncia e quindi vanno sempre poste con l’accento grave à, ì, ù.

La vocale o, invece, può essere sia aperta che chiusa ma, poiché non esistono parole tronche che terminano per o chiusa, l’accento alla fine della parola è sempre grave, ò.

In generale, è convenzione comune anche in editoria utilizzare esclusivamente l’accento grave sulle vocali a, i, o e u.

Per la vocale e la situazione è più complicata: normalmente va usato l’accento grave è, ma in alcuni casi va usato quello acuto é: perché, affinché, poiché (in generale tutti i vocaboli che terminano in ché ), , .

Virgolette

In italiano non sono da usare gli apici singoli “ “. Al loro posto vanno usate le virgolette doppie, sia alte » « che basse « ».

La scelta tra i due tipi di virgolette rimane una scelta del traduttore nella maggioranza dei casi, anche se è auspicabile mantenere una certa coerenza tra traduzioni appartenenti allo stesso ambiente.

Senza dubbio le virgolette alte vanno usate quando si usa un termine con un significato diverso da quello corrente (come si usa dire, «tra virgolette» ), mentre quelle basse (dette caporali) vanno usate per citazioni di discorsi diretti.

Negli altri casi la scelta ricade sul traduttore, ma l’uso diffuso prevede l’impiego di virgolette basse per nomi di file, comandi di shell e per identificativi di elementi dell’interfaccia utente (ad es. voci di menù o pulsanti nelle interfacce grafiche).

Nei casi in cui l’uso delle virgolette alte sia sconveniente, ad esempio se un apostrofo finisse vicino a una virgoletta, è consigliabile usare quelle basse per evitare confusione.

In ambiente GNU/Linux le virgolette basse possono essere introdotte con le seguenti combinazioni di tasti:

  • <Alt-Gr> + z per «
  • <Alt-Gr> + x per »

In alternativa è possibile usare i loro codici Unicode:

  • U+00AB per «
  • U+00BB per »

Caratteri speciali

Solitamente, nelle traduzioni italiane, la codifica usata è un superinsieme della codifica ASCII, pertanto diviene possibile usare alcuni caratteri speciali, dove appropriato.

Per questo motivo è solitamente considerato errore simulare vocali accentate con apostrofi o apici inversi `. È anche caldamente raccomandabile la sostituzione delle stringhe (c) con il carattere © (e, analogamente, ®), l’uso del simbolo di moltiplicazione × dove fosse usata la lettera x in sua vece e l’uso del simbolo freccia al posto di stringhe quali ->, –>, >>.

Uso della h

Fatta eccezione per i casi in cui compaiono gh o ch e per il verbo avere, in italiano la lettera h compare solo a fine parola o tra due vocali. Questo è particolarmente vero per le esclamazioni come ehi (non hei ), ahi, oh, ah, beh (non bhe ).

Monosillabi accentati

I monosillabi che in italiano esistono sia in forma semplice che in forma accentata sono pochi e ben definiti: , , , , , , .

Troncamenti ed elisioni

Quando si ha elisione è necessario porre l’apostrofo dopo la parola: ne sono un esempio i monosillabi po”, va”, fa” e di”.

Nei casi in cui si ha, invece, un troncamento l’apostrofo non va messo: un esempio corretto di tale pratica è l’uso di qual è invece dell’errato qual’è.

Forme eufoniche

Le forme eufoniche (ed, ad, od) vanno usate solo se la vocale che segue è la stessa (es. Io ed Elisabetta).

Se la vocale che segue è diversa, la presenza della d non è considerata errata ma non è neppure esempio del migliore stile (es. Io e Alberto invece che Io ed Alberto).

Data e ora

Il formato italiano numerico per la data è GG/MM/AAAA (es. 21/12/2018), ma andrebbe preferito, se possibile, il formato esteso ggg GG mese AAAA (es. ven 21 dicembre 2018).

Per quanto concerne il formato orario è da usare il formato HH.MM.SS,DD in cui il punto è usato come separatore per la parte sessagesimale e la virgola separa la parte decimale dei secondi (decimi, centesimi e così via).

Questi formati vanno usati quando viene richiesta la rappresentazione localizzata della data, mentre se nel testo originale la data compare già nel formato internazionale, va lasciata la notazione ISO.